Parco Archeologico di Monte Sannace

Descrizione

Parco Archeologico di Monte Sannace

Dove

Indirizzo: Piazza dei Martiri - 70023 Gioia del Colle

Modalità di Accesso

Accessibilità: Pedane

Ulteriori informazioni

Regione abitata da epoca antichissima, la Peucetia corrisponde alla parte centrale dell’odierna Puglia, alla zona dell’altopiano delle Murge ed in pratica all’attuale provincia di Bari. Si insinua tra la Daunia e la Messapia, ed è caratterizzata, come l’attiguo Salento, da precocissimi contatti col mondo orientale, già nell’Eneolitico: si ritrovano ad es. ad Altamura gli stessi ossi a globuli testimoniati a Troia. Secondo la leggenda l’ethnos sarebbe stato originato da Peucezio fratello di Enotro e figlio dell’arcade Licaone: la tradizione ha senz’altro registrato le relazioni, anche in questo caso molto precoci, tra i Peucezi e il mondo greco coloniale. È di quella stessa epoca lo sviluppo dei grandi abitati peuceti, ove è testimoniata una ricchezza enorme appannaggio delle classi dirigenti, come testimoniano i corredi tombali; ricchezza certo derivante dai commerci con le colonie greche. Tratto comune a tutta la civiltà peucetica è la forte decadenza in epoca romana: dopo la conquista la maggior parte dei centri scompare, e a ciò non corrisponde lo sviluppo di nuovi centri romani, che perlopiù rimangono al rango di stazioni su quella che sarà poi la via Traiana. Il centro di Monte Sannace è eloquente testimone di questo destino: abitato fin dall’inzio del VII sec. a.C. e fiorentissimo per tutto il IV e III sec. a.C., viene totalmente abbandonato alla fine del III sec. a.C., dopo le guerre annibaliche; e non vi è in alcuna ripresa della vita in età romana. Quello di Monte Sannace è il più grande abitato peucetico noto, ed è stato scavato a partire dagli anni cinquanta del Novecento; ma il sito era conosciuto già nell’Ottocento, e fortemente depauperato da scavi clandestini. Il sito si trova suggestivamente in aperta campagna, a 5 km da Gioia del Colle in direzione Putignano – Egnazia, sul viottolo detto della Cavallerizza che attraversa tutta l’area archeologica. L’abitato è anonimo, forse da identificare con la città di Thuriae di cui parlano le fonti, che la indicano però come città “della Messapia”. Tutto l’abitato è cinto di quattro circuiti murari concentrici, perlopiù ancora visibili. La prima cinge l’acropoli, ed è della seconda metà del IV sec. a.C. La seconda, coeva, è dotata di una porta e racchiude quartieri abitativi nella parte verso valle; rivela, inoltre, tecniche edilizie greche. La terza e la quarta sono degli inizi del III sec. a.C.; l’una rinforza l’acropoli, mentre l’altra racchiude tutta l’area dell’abitato, cingendo una superficie in realtà molto più grande di quanto la città non fosse realmente: all’interno delle mura erano lasciate, cioè, zone non urbanizzate, funzionali all’accoglimento della popolazione delle campagne e degli animali in caso di guerra, ed a coltivazioni in caso di lunghi assedi. Interessantissimo l’uso funerario: le necropoli sono tutte extraurbane, ed ospitano tombe a partire dal VII sec. a.C., con materiali però anche più antichi, come vasellame greco di metà VIII sec. a.C.; ciononostante, coerentemente con l’uso funerario apulo, non mancano esempi di sepolture dentro la città, nei giardini delle abitazioni o negli spazi tra esse nel caso degli adulti, sotto il pavimento delle case nel caso dei bambini.

Ultimo aggiornamento

Mar 11 Febbraio, 2025 2:27 pm

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