Indirizzo: Via Giovanni Rocca - 70023 Gioia del Colle
Modalità di Accesso
Accessibilità: Pedane
Ulteriori informazioni
La Chiesa Madre fu edificata al di fuori delle mura della città alla fine del XI secolo da Riccardo Siniscalco ed intitolata a S.Pietro. Le funzioni religiose venivano officiate in latino in contrapposizione alla liturgia greca della chiesa di Santa Sofia (l’attuale S.Andrea). Sin dall’inizio fu Civica Ricettizia e poi Collegiata fino ad assumere il titolo di Collegiata Insigne nel 1540. Il primo arciprete, di cui si ha notizia, fu don Cataldo, nel 1906. La chiesa era tutta in pietra lavorata, a tre navate ed ai lati dell’altare maggiore, c’erano due alti campanili con due campane ciascuno. Al suo interno c’erano l’organo, il pulpito, la sedia vescovile e numerose tombe e cappelle gentilizie. Nel 1764, la Chiesa fu abbattuta con tutti i monumenti che l’arricchivano in seguito ad una sommossa capeggiata da Giannantonio Monte, contro i simboli del potere baronale. Fu, tuttavia, subito ricostruita, così come oggi si presenta, dall’architetto Pasquale Margolfo. Dalla distruzione si salvarono un antico sarcofago poi adibito a lavabo (è visitabile in sagrestia), due leoni a mezzo rilievo (ai lati della porta di ingresso) ed un ECCE HOMO scolpito nel XV secolo da Giovanni De Rocha, oggi murato alla sinistra del terzo altare di destra entrando in chiesa. Nel 1845 fu annessa alla Chiesa Madre, la cappella del Santissimo, di proprietà della confraternita del Purgatorio che qui officiava (la cappella è stata successivamente denominata Cappella di Maria Bambina). Nel 1857 l’edificio subì gravi danni in seguito ad un violento terremoto. I lavori di ricostruzione furono ultimati nel 1893 a spese del concittadino Pasquale Monatanaro. Ma nel 1942 crollò anche il campanile settecentesco; ricostruito poi in cemento armato, fu dotato di campane azionate elettricamente. Durante questi ultimi lavori per la sistemazione delle fondamenta, si scoprì che quasi tutto il sottosuolo era anticamente adibito a luogo di sepoltura. La cripta risaliva probabilmente all’epoca di fondazione della cattedrale normanna. Purtroppo, temendo uno sfaldamento dei muri perimetrali delle fondamenta che avrebbero potuto compromettere la stabilità dell’intera chiesa, la cripta fu chiusa, dopo aver traslato le spoglie ivi sepolte, nell’ossario del Cimitero. All’interno della Chiesa Madre è possibile ammirare la Madonna col Bambino di Stefano da Putignano, posta nell’edicola esterna a destra dell’ingresso (un’altra Vergine con Bambino dello stesso scultore si trova in Via Catapano, 15). Ormai da secoli intitolata a Santa Maria Maggiore, la chiesa tiene soprattutto il culto cittadino di San Filippo Neri, a cui si attribuiscono miracoli avvenuti durante i terremoti e le carestie dei secoli scorsi. Festa della Comunità parrocchiale: 8 dicembre in onore di Maria Bambina.
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